Benvenuti sul sito della Federazione Italiana di Dama. Il sito è visionabile con tutti i browser (solo se lo si visualizza con internet explorer potrebbe presentarsi qualche disallineamento a livello grafico).

“𝗖𝗼𝘀𝗶̀ 𝗹𝗮 𝗱𝗮𝗺𝗮 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗮𝗲𝗻𝘁𝗲”
𝗟’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗮𝗱 Alessio Scaggiante

Alessio, ingegnere di Casale, a soli 24 anni è il top player della Fid

Il fuoriclasse Scaggiante: “Così la dama diventa più attraente”

Il gioco delle pedine come palestra verso il problem-solving:
“Ai giovani dico di vivere appieno l’esperienza e di divertirsi”
Ha solo 24 anni, eppure Alessio Scaggiante vanta già l’esperienza di un veterano. Gran Maestro di dama e detentore, al momento, di quattro titoli assoluti (si è aggiudicato il campionato italiano assoluto di dama italiana e due campionati italiani assoluti a tempo rapido di dama internazionale, nonché il campionato a squadre di dama italiana), Scaggiante è l’attuale top player della Fid, la Federazione italiana dama.
Un onore e una responsabilità che vive in maniera molto rilassata: “I risultati mi vedono al primo posto sul ranking nazionale, ma quando mi siedo davanti alla damiera penso solo a giocare: i punti che ho e quelli che potrei conquistare contano poco”, confessa.
Ventiquattrenne trevigiano - di Casale sul Sile, per essere più precisi - Scaggiante, laureato in Ingegneria chimica dei materiali presso l’Università di Padova, da sempre si dedica alla sua grande passione: la dama, appunto. “Ho iniziato a giocare da piccolissimo, sulla vecchia damiera del nonno, una quelle che tutti hanno in casa”, racconta. Ogni giorno, dopo l’asilo, si impegnava in un testa a testa con nonno Egidio: “Giocavamo per passare il tempo, ma ogni giorno diventavamo più bravi”, confessa. “E’ stata la mia prima palestra, seppure casalinga; poi mio padre mi portò ad un evento damistico organizzato da un circolo attivo nel mio paese e, dal nulla, mi piazzai al secondo posto. Compresero subito che avevo una certa predisposizione al gioco”. E il resto è storia.
Una storia che oggi conta almeno un centinaio di coppie, decine e decine di podi conquistati e svariate medaglie: “Sono tantissime, oramai in casa non ci stiamo più”, ironizza Scaggiante che gareggia con il circolo ‘Energya’ di Maser. Quali sono le ‘armi’ di un bravo giocatore di dama è difficile dirlo: “Sono tantissime e tutte diverse tra loro”, spiega.
“Innanzitutto è un gioco che deve piacere, altrimenti difficilmente si andrà avanti. Come accade per altri sport del mente, la dama richiede dedizione, studio, tempo e concentrazione. Dal punto di vista tecnico ci sono tante sfumature, e più si va avanti e più contano i dettagli: basta una minima imperfezione per spostare il risultato da una parte o dall’altra”, avverte.
Non solo. (continua a leggere...)

“Serve tanta conoscenza teorica e una spiccata capacità di analisi, per calcolare quello che sta accadendo sulla damiera e prevedere le combinazioni di mosse future: più questi calcoli saranno precisi, più alte saranno le probabilità di far volgere lo scontro a proprio favore”.

Insomma, un gioco che, sul tavolo, diventa una scienza ‘quasi’ esatta, in cui l’unica variabile è rappresentata, di volta in volta, dalla risposta dell’avversario.

Non mancano, ovviamente, aspetti relativi alla gestione psicologica della partita (una gara a tempo lungo può durare fino a 5 ore), “ma su questo aspetto non saprei dare consigli utili: per me è giocare è un gesto naturale”. Qual è l’elemento del gioco delle pedine che ha conquistato Alessio? “Quando ero bambino mi piaceva vincere le coppe”, scherza. “Oggi invece è la sensazione che si prova quando capisci di avere la vittoria in tasca, quando sai di aver raggiunto il risultato attraverso piani e strategie che hai costruito durante tutta la partita: è una sensazione molto gratificante”.

Ma la dama è anche socialità: “E’ un grande vettore di conoscenza e socializzazione, soprattutto quando si è ragazzini. Grazie alla dama - aggiunge - ho viaggiato tantissimo, in lungo e in largo per l’Italia, e anche in Europa, soprattutto nei paesi dell’est e quelli sovietici. Sono esperienze importanti per scoprire nuove culture, conoscere contesti sociali diversi e aprire la mente”. Le parole di Scaggiante - che nella vita si è misurato anche con il calcio ed è un supporter juventino - rappresentano un vero e proprio spot per la dama: “E’ una grande opportunità per i ragazzi: è uno sport che insegna a rispettare l’avversario, a ponderare e ragionare ogni mossa, a calcolare in maniera lucida il prossimo passo”.

Insomma una palestra per il problem-solving, qualità oggi sempre più richiesta e apprezzata in ogni ambito di vita. “Ai ragazzi che oggi si misurano nei tornei e campionati giovanili dico sempre di vivere appieno l’esperienza, sia quella al tavolo da gioco e quella di aggregazione. Divertitevi: è una componente marginale, ma non per questo meno importante”.

Eppure, la dama come sport della mente è una disciplina ancora poco conosciuta al grande pubblico: “Perché manca una certa appetibilità del gioco dal punto di vista visivo”, spiega il Gran Maestro. “In un mondo sempre più social, e che viaggia veloce, è difficile creare un contenuto interessante su una cosa lenta e poco dinamica come una partita di dama. Negli ultimi anni, ad esempio, gli scacchi hanno avuto un incremento fortissimo di giocatori e tesserati grazie ad una nota serie tv, che è riuscita a rendere il gioco più attraente, alla moda e per certi versi più dinamico”.

Per liberare la dama dall’idea del gioco per ‘cervelloni’ o per ‘anziani’, quindi, bisognerebbe puntare su contenuti diversi, “ad esempio le partite rapide, che perdono qualcosa dal punto di vista tecnico (giocare con meno tempo a disposizione ovviamente aumenta il numero di imprecisioni) ma rende il contenuto più fresco e veloce”, conclude.

La sfida, quindi, è servita.

TAGS: