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Caro Achille,

in un pomeriggio con un sms ho appreso, era quello di un comune amico: “È morto Achille”. Ho appreso così che te ne sei andato, senza averti potuto salutare, senza aver avuto il tempo di informarti sulle ultime novità damistiche dell’Umbria, come facevo spesso.

L’Amicizia non si perde: è spirito che non si cancella, che resta come arricchimento, che sedimenta nell’intimo e ci consola, che vive nei ricordi e nelle emozioni.

Mi hai onorato, rallegrato, arricchito con la tua Amicizia e questo è stato per me molto bello. Credo, sono sicuro che è stato così per tutte le persone che hanno avuto come me questo privilegio. La tua è stata un’amicizia fatta di entusiasmo generoso, di grande e disinteressata disponibilità, di appassionata condivisione, di serietà, di un affetto schietto e senza inutili fronzoli. Insomma è stata amicizia; così io l’ho vissuta; così la terrò con me. Nelle ore che verranno coi prossimi giorni di questa vita racconterò a quelli che incontrerò dei nostri incontri e della nostra passione che ci accumuna, cose che forse avranno dimenticato nell’affastellamento dei ricordi di una vita intera e loro mi racconteranno i loro momenti trascorsi con te. È così si celebra un amico, senza retorica, senza bandierine di effimera durata, con l’allegria e la gioia che quei ricordi raccontano perché descrivono una persona come te, caro Achille, una persona cara, mite, allegra, sincera, generosa, positiva e appassionata.

Che Dio ti benedica e ti accolga come meriti, come ha voluto che meritassi facendoti attraversare la difficile avventura della sofferenza, che è sempre l’anticamera del Paradiso per i giusti come Te.