Benvenuti sul sito della Federazione Italiana di Dama. Il sito è visionabile con tutti i browser (solo se lo si visualizza con internet explorer potrebbe presentarsi qualche disallineamento a livello grafico).

Verso fine ottobre, in un periodo non particolarmente allegro per il ripartire dell’ondata di contagi Covid, mi giunge una notizia davvero triste, anche se non del tutto inattesa. La notizia è questa: è venuto a mancare all’età di 88 anni una delle persone più rappresentative e iconiche del damismo torinese di sempre: Edmondo Caprio. Damista appassionatissimo e persona squisita, allegra, educata e piena di valori. Sanguigno e combattivo nel gioco, generoso e affettuoso con chiunque. Ha partecipato in più di cinquant’anni di attività agonistica ad un numero di tornei impossibile da conteggiare (ed è un peccato perché se ci fosse una classifica sarebbe sicuramente tra i primissimi per partecipazioni). Animato da una sana competitività riusciva a trovare le motivazioni per impegnarsi in qualsiasi occasione e spesso celebrava le sue vittorie con frasi celebri esclamate a volte con un tono un po’ sopra le righe. Non potevi non volergli bene per la sua simpatia e la sua spontaneità che ne facevano un vero personaggio. Molto colto e intelligente, amava commentare le partite con alcune frasi che ripeteva rendendole celebri e memorabili: “l’uomo è mio e me lo cucino io”, “quando non si può vincere non bisogna perdere”, “fermo, non respiri!”, “nel gioco della dama le pedine tanto son forti quanto sono vicine”, “un rigore si può sbagliare ma Caprio non sbaglia mai”, “datemi un punto d’appoggio e vi solleverò Edmondo”, “questa volta amico mio vinco io”, “Isaia capitolo decimo quinto: muove Caprio e ha vinto”. Il suo livello di gioco era buono e vinse tante gare, soprattutto a dama italiana, giocando indifferentemente nel secondo o nel terzo girone a seconda dell’Elo del momento, Elo che per lui era molto variabile, soprattutto nell’ultimo periodo in cui alternava grandi prestazioni e giornate no. Sostanzialmente non era per nulla teorico, giocava per divertirsi ed era amante dei tiri (“sono il re dei tiri”) che amava venissero pubblicati su Damasport, tuttavia era uno di quei giocatori che in gara rendeva al 100%, non si arrendeva mai. Per tutti noi è stato un esempio di sportività e di passione, così come di amore per la famiglia ed equilibrio tra lavoro, hobby e vita privata. La moglie Franca, da lui amatissima, è stata un’ottima giocatrice e lo ha accompagnato per tanti anni nei tornei in Piemonte.

Riposa in pace Grammaestro Caprio, caro Edmondo sarai per sempre nei nostri cuori!

         

TAGS: , ,